Secondo un’indagine della Camera di Commercio di Pisa, nella città toscana l’imprenditoria s’incontra spesso e mal volentieri con i fenomeni dell’abusivismo, della contraffazione e dell’usura, sebbene non sia quest’ultima il più preoccupante: in sette anni sono stati sequestrate quasi sei milioni di prodotti contraffatti.
Per la ricerca sono state interpellate quattrocento imprese della provincia e i danni all’economia locale si fanno sentire.
Abusivismo commerciale
Insieme alla contraffazione, è la minaccia peggiore per l’imprenditoria pisana, soprattutto quando diventa legalizzato: ciò accade quando ci sono fiere, sagre, feste di paese e mercatini, che godono di un regime agevolato e costituiscono una concorrenza sleale per le attività permanenti. I settori più esposti sono quello del commercio e del turismo (25%), seguiti dall’edilizia e dall’agricoltura (18%), in cui si adotta il lavoro in nero che impatta molto sull’opinione degli imprenditori.
Contraffazione
Insieme al precedente, il secondo grande male secondo l’indagine dell’Osservatorio sull’accesso al credito. Il motivo è nel fatto che la crisi economica ha spinto i consumatori a cercare altrove, e soprattutto a minor prezzo, i prodotti che prima compravano nella filiera distributiva regolare, pagando la qualità e l’originalità il suo giusto prezzo. Dal 2008 al 2014 ci sono stati 766 sequestri di prodotti falsificati, quasi 5,7 milioni di articoli per un controvalore superiore ai 33 milioni di euro. Il fenomeno della contraffazione è avvertito dal 19% delle aziende intervistate e fra queste, come per l’abusivismo, i settori che si sentono più coinvolti sono il commercio e il turismo (30%). Seguono l’industria (14%), l’agricoltura (12% a causa delle frodi alimentari) e altri servizi (10%).
Usura
Si sente parlare di cospicui giri d’affari, che però non è facile imputare solo alle persone che hanno sporto denuncia; eppure, di segnalazioni alle autorità ce ne sono molto poche, tredici nei quattro anni dal 2010 al 2013. Secondo quando rilevato dalla Camera di Commercio di Pisa, non è l’usura il fenomeno che preoccupa di più, con una percentuale di consapevolezza che è passata dal 8% del 2013 al 5% di quest’anno. Pur diminuita, l’usura è sentita in primis ancora dai settori del commercio e del turismo che, insieme ad altri servizi, raggiugono il 7%, mentre da esponenti dell’agricoltura, dell’edilizia e dell’industria il fenomeno non è sentito quasi per nulla.
Segnalazioni alla Centrale dei Rischi
Al contrario dell’usura, sarebbe invece la quantità di aziende segnalate alla Centrale dei Rischi a preoccupare di più, perché significa che ve ne sono molte che non riescono ad adempiere ai loro doveri di debitori verso gli istituti di credito, esponendosi, così, all’usura. I dati parlano di un aumento da duemila (2009) a 3.401 (metà 2015).